Hans Op de Beeck: The Boatman and Other Stories
Arte, 22 July 2021
Galleria Continua è lieta di presentare la personale dell’artista belga Hans Op de Beeck dal titolo “The Boatman and Other Stories”. La mostra raccoglie sculture inedite e recenti che esplorano il genere della natura morta in chiave contemporanea e anacronistica. Si tratta per lo più di figure umane attraverso le quali l’artista desidera offrire un punto di partenza per molte storie possibili: uomini e donne di diversa estrazione sociale ed età, ritratti con dovizia di particolari in posizioni rilassate o mentre compiono semplici gesti quotidiani.
Artista visivo, ma anche regista teatrale, drammaturgo e compositore, Hans Op de Beeck si muove tra linguaggi e materiali diversi. Da alcuni anni oltre alla pittura, alla scultura, alle grandi installazioni immersive, ai film d’arte e alla fotografia ha sviluppato una serie di sculture che ritraggono figure umane. Sebbene numerose donne, uomini e bambini abbiano posato nello studio dell’artista nel corso degli anni, queste sculture non sono dei ritratti ma piuttosto figure immaginarie, personaggi che, da soli o in dialogo con una seconda persona, raccontano una storia universale in cui l’eternità e l’attualità si uniscono.
La mostra “The Boatman and Other Stories” è popolata da molte di queste figure. “The Boatman” (2020) è una statua a grandezza naturale di un uomo su una piccola barca a remi, che sembra spingersi lontano dalla riva. Come “The Horseman” (2020) - una scultura attualmente installata al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo - rappresenta un solitario senzatetto sempre in movimento, un uomo di mezza età e a metà della vita, che ha impacchettato in modo alquanto precario e improvvisato ogni suo avere su una piccola barca: il suo cane, una gallina, effetti personali e altri generi di sopravvivenza che potranno essere oggetto di vendita o di scambio. “The Cliff” (2019) presenta una coppia di adolescenti seduta su una roccia sul bordo di un precipizio. Lo sguardo aperto della ragazza indugia in lontananza come se fosse preoccupata di qualcosa, mentre l’attenzione del ragazzo è tutta concentrata su di lei. “È un’immagine agrodolce dei capricci del giovane amore intrecciati con l’innocenza scandita dalla percezione travolgente di un mondo non ancora vissuto, al quale siamo invogliati a tornare”, spiega l’artista. Si coglie la preoccupazione ricorrente di Op de Beeck per il cambiamento, in cui diverse fasi della nostra vita sono punteggiate dal peso dell’attesa prima di passare a una nuova fase; qui, l’avvento del primo amore segnala il passaggio all’età adulta e la perdita dell’innocenza.
In mostra troviamo anche “Dancer” (2019-2021), una scultura in bronzo che trasmette l’allegria sommessa e malinconica di una ballerina brasiliana in un momento di riposo con gli occhi chiusi, seduta su una vecchia sedia mentre fuma una sigaretta; “Mum and Dad” una coppia di anziani in vestaglia, stretti in un abbraccio sulla soglia di casa che guardano fuori come se qualcosa stesse succedendo per strada; “The Conversation” (2019), due uomini che conversano, sorprendentemente comodi, in piedi su una piccola scala pieghevole traballante. Le loro valigette sono posizionate sul pavimento, il che suggerisce che entrambi provengano dal lavoro o stiano per raggiungerlo.
Nel 2015 Op de Beeck ha realizzato un film con i burattini, animati dal vivo da burattinai vestiti di nero.
Con “Celeste (Smoking)” (2020), riprende il concetto della rappresentazione dell’essere umano come una bambola. La bambola è scolpita con gli arti collegati alle tipiche articolazioni delle bambole. Per l’artista questa immagine trasmette sia l’incapacità di potersi difendere che la tragedia silenziosa. In “Celeste (Smoking)” vediamo un personaggio femminile ritratto nel semplice gesto di fumare una sigaretta. I dettagli altamente realistici e soggettivi del viso, delle mani e dei piedi di Celeste contrastano con il resto del corpo che ha l’aspetto meccanico e più impersonale di un burattino manipolabile. “Girl asleep” (2021) è una scultura a grandezza naturale della testa di una ragazza addormentata. Le libellule fluttuano sopra di lei, come se rappresentassero l’atmosfera fiabesca di un dolce sogno. Il sonno è un soggetto ricorrente nel lavoro dell’artista, da sempre incuriosito da questo stato come zona di resa e liberazione, un mondo insondabile ed enigmatico.
Rappresentano il nostro ambiente attuale ricordandoci al contempo la natura transitoria dell’esistenza umana “Vanitas XL” (2021) e “Vanitas Table (the coral piece)” (2021). Rispetto alle variazioni più classiche di vanitas realizzate in precedenza dall’artista, queste nuove nature morte monocromatiche si arricchiscono di elementi più giocosi e festosi.
Dal 2018 Hans Op de Beeck lavora costantemente nel suo studio ad una serie in progress di vetrine scultoree, “Wunderkammer”. All’interno di queste opere sono riunite, da un collezionista fittizio, le più diverse interpretazioni scultoree di souvenir. Nella tradizione rinascimentale europea delle “Wunderkammer” (camere delle meraviglie) le raccolte di curiosità appaiono anacronistiche e della più disparata provenienza. Le vetrine fanno da ponte tra il confine sottile che esiste tra ciò che è prezioso e ciò che non ha valore, tra particolarità e banalità e l’importanza delle storie per dare vita a un oggetto “inanimato”. Sono vetrine che sembrano essere state spogliate di tutto il loro lustro e lasciate indietro come unità silenziose.
Completano il percorso espositivo “Lily” (2020)”, “Sleeping Dog” (2019), “The Three sisters” (2020) e “After work” (2021) due scheletri allegri e ciarlieri, soggetti ricorrenti negli ultimi lavori dell’artista, che con spensieratezza ci parlano della nostra natura mortale.
“The Boatman and Other Stories” parla dunque dei dolori della crescita, della ricerca di identità, delle difficoltà, del disagio e dei silenzi della nostra esistenza, ma anche dei nostri sogni e speranze per un futuro migliore, della ricerca della pace interiore e della meraviglia.
English:
Galleria Continua is pleased to present the solo exhibition by Belgian artist Hans Op de Beeck entitled “The Boatman and Other Stories” . The exhibition brings together unpublished and recent sculptures that explore the genre of still life in a contemporary and anachronistic key. These are mostly human figures through which the artist wishes to offer a starting point for many possible stories: men and women of different social backgrounds and ages, portrayed in great detail in relaxed positions or while performing simple daily gestures.
Visual artist, but also theater director, playwright and composer, Hans Op de Beeck moves between different languages and materials. For some years now, in addition to painting, sculpture, large immersive installations, art films and photography, he has developed a series of sculptures depicting human figures. Although numerous women, men and children have posed in the artist's studio over the years, these sculptures are not portraits but rather imaginary figures, characters who, alone or in dialogue with a second person, tell a universal story in which the eternity and actuality come together.
The “The Boatman and Other Stories” exhibition is populated by many of these figures. “The Boatman” (2020) is a life-size statue of a man on a small rowboat, which appears to be pushing away from the shore. Like "The Horseman" (2020) - a sculpture currently installed at the Hermitage Museum in St. Petersburg - it represents a lonely homeless man always on the move, a middle-aged, mid-life man, who has rather precariously and improvised packaging every his possessions on a small boat: his dog, a chicken, personal effects and other survival items that can be sold or exchanged. “The Cliff” (2019) features a teenage couple sitting on a rock on the edge of a precipice. The girl's open gaze lingers in the distance as if she is worried about something, while the boy's attention is entirely focused on her. “It is a bittersweet image of the whims of young love intertwined with innocence marked by the overwhelming perception of a world not yet lived, to which we are tempted to return”, explains the artist. We see Op de Beeck's recurring concern for change, in which different phases of our life are punctuated by the weight of waiting before moving on to a new phase; here, the advent of first love signals the transition to adulthood and the loss of innocence. We see Op de Beeck's recurring concern for change, in which different phases of our life are punctuated by the weight of waiting before moving on to a new phase; here, the advent of first love signals the transition to adulthood and the loss of innocence. We see Op de Beeck's recurring concern for change, in which different phases of our life are punctuated by the weight of waiting before moving on to a new phase; here, the advent of first love signals the transition to adulthood and the loss of innocence.
On display we also find “Dancer” (2019-2021), a bronze sculpture that conveys the subdued and melancholy joy of a Brazilian dancer in a moment of rest with her eyes closed, sitting on an old chair while smoking a cigarette; “Mum and Dad” an elderly couple in dressing gowns, hugging in a hug on the doorstep looking out as if something was happening on the street; “The Conversation” (2019), two men conversing, surprisingly comfortable, standing on a small rickety folding ladder. Their briefcases are placed on the floor, which suggests that they are both coming from work or about to reach it.
In 2015 Op de Beeck made a film with puppets, animated live by puppeteers dressed in black.
With “Celeste (Smoking)” (2020), she takes up the concept of the representation of the human being as a doll. The doll is sculpted with limbs connected to typical doll joints. For the artist, this image conveys both the inability to defend himself and the silent tragedy. In “Celeste (Smoking)” we see a female character portrayed in the simple gesture of smoking a cigarette. The highly realistic and subjective details of Celeste's face, hands and feet contrast with the rest of her body which has the mechanical and more impersonal aspect of a manipulable puppet. “Girl asleep” (2021) is a life-size sculpture of the head of a sleeping girl. The dragonflies float above her, as if they represent the fairytale atmosphere of a sweet dream.
They represent our current environment while reminding us of the transitory nature of human existence "Vanitas XL" (2021) and "Vanitas Table (the coral piece)" (2021). Compared to the more classic variations of vanitas previously made by the artist, these new monochromatic still lifes are enriched with more playful and festive elements.
Since 2018 Hans Op de Beeck has been constantly working in his studio on a series in progress of sculptural showcases, “Wunderkammer”. Within these works, the most diverse sculptural interpretations of souvenirs are brought together by a fictitious collector. In the European Renaissance tradition of the “Wunderkammer” (chambers of wonders) the collections of curiosities appear anachronistic and of the most disparate provenance. The windows act as a bridge between the thin border that exists between what is precious and what has no value, between particularity and banality and the importance of stories to give life to an "inanimate" object. They are shop windows that appear to have been stripped of all their luster and left behind as silent units.
The exhibition itinerary is completed by "Lily" (2020) "," Sleeping Dog "(2019)," The Three sisters "(2020) and" After work "(2021) two cheerful and chatty skeletons, recurring subjects in the artist's latest works , who lightheartedly tell us about our mortal nature.
"The Boatman and Other Stories" therefore speaks of the pains of growth, of the search for identity, of the difficulties, of the discomfort and of the silences of our existence, but also of our dreams and hopes for a better future, of the search for inner peace and wonder.